Piede Diabetico
“Piede diabetico” è un termine che indica in maniera generica tutte le problematiche cliniche che interessano il piede dei pazienti diabetici e che hanno come causa specifica il diabete. Sono pertanto patologie legate alle due complicanze croniche del diabete che interessano gli arti inferiori:
- la neuropatia diabetica (ridotta sensibilità del piede)
- la vasculopatia periferica (insufficiente circolazione sanguigna)
La manifestazione più comune è l’ulcerazione del piede (definita comunemente ulcera diabetica).
In realtà tutta una serie di altre condizioni cliniche, che vanno dalla secchezza cutanea fino ad arrivare a tipiche deformità delle dita o del piede, fanno parte del quadro clinico definito come “piede diabetico”.
Il piede diabetico è una condizione che non si manifesta in tutti pazienti diabetici, ma esclusivamente in quei pazienti che hanno già una complicanza cronica del diabete.
Utilizzando specifici test è possibile definire esattamente, per ciascun paziente, il rischio di andare incontro a processi ulcerativi, ed è quindi possibile adottare misure di prevenzione adeguate al livello di rischio.
A seconda della entità della neuropatia e o della vasculopatia si potrà definire un rischio ulcerativo nei singoli pazienti diabetici. Ogni singolo paziente diabetico dovrebbe essere a conoscenza del suo rischio ulcerativo per mettere in atto tutti i provvedimenti necessari ad evitare che compaiano le ulcere.
Venendo meno la sensibilità termica e dolorifica, i pazienti con neuropatia periferica non sono in grado di avvertire situazioni pericolose che possono manifestarsi, come ad esempio nel caso di contatto con temperature eccessive.
E’ possibile sapere se si è a rischio di piede diabetico. La presenza di neuropatia, vasculopatia periferica, di deformità del piede ed una storia di pregresse ulcere e/o amputazioni definiscono 4 classi di rischio con probabilità crescente di andare incontro ad ulcerazione.
- Nella classe 0 si inseriscono i pazienti che non hanno né neuropatia né vasculopatia periferica ed ovviamente non hanno storia di ulcere del piede. Possono avere ipercheratosi (calli) plantari e/o deformità delle dita quali dita ad artiglio e/o a martello, alluce valgo, ma queste deformità non sono collegate al diabete. Le callosità non evolvono verso l’ulcerazione in quanto il paziente avendo una sensibilità intatta è in grado di avvertire il fastidio della callosità e può prendere provvedimenti. Questi pazienti non hanno alcun rischio di andare incontro ad ulcerazioni.
- Della classe 1 fanno parte i pazienti che hanno una ridotta sensibilità periferica, ma non hanno iper carico plantare, cioè non hanno calli che possono determinare una ulcera. I pazienti appartenenti a questa classe di rischio devono essere molto attenti alla scelta delle calzature perché possono sentire come comode anche calzature più strette del dovuto, possono non avvertire delle cuciture della tomaia che strisciando sulla pelle possono determinare lesioni. Inoltre possono non avvertire le temperatura eccessiva (ad esempio quella dell’acqua per lavare i piedi), delle fonti di calore d’inverno (stufa, focolare, etc.) e della sabbia d’estate.
- Nella classe 2 sono inclusi i pazienti che oltre alla ridotta sensibilità periferica hanno anche delle modifiche del modo di camminare che comportano la comparsa di ipercheratosi (calli). I calli si sviluppano in quanto in particolare aree del piede vengono esercitate ad ogni passo dei carichi eccessivi a cui la pelle risponde con il suo ispessimento. Il problema deriva dal fatto che il callo non viene avvertito e quindi mentre originariamente nasce come un meccanismo di difesa della pelle sottoposta ad un carico eccessivo, diventa, proprio per il persistere inavvertito di un carico abnorme, un meccanismo di lesione, e l’ulcera si sviluppa proprio al di sotto del callo. In questi pazienti un trattamento podologico regolare con la rimozione delle ipercheratosi, e la selezione di scarpe adeguate munite di PLANTARI SU MISURA DAL CALCO DEL PIEDE in grado di determinare una riduzione degli iper carichi plantari, possono ridurre in maniera significativa il rischio di andare incontro ad ulcerazione. A questa classe di rischio appartengono anche i pazienti con vasculopatia periferica. Questi pazienti a causa del ridotto apporto di sangue hanno la cute particolarmente fragile e per tale motivo possono andare incontro ad ulcerazione anche in seguito a traumi modesti, e soprattutto possono sviluppare delle vere e proprie aree di necrosi (gangrena) di difficile guarigione.
- Nella classe 3 vengono inseriti i pazienti diabetici che hanno già avuto ulcerazione, necrosi, amputazione. Quindi pazienti in cui è altissimo il rischio di recidiva. I dati epidemiologici dimostrano che in assenza di specifici protocolli di prevenzione questi pazienti possono andare incontro a recidiva di lesione nel 50% dei casi entro un anno dalla guarigione. E’ per tale motivo che vengono considerati ad elevatissimo rischio e quindi necessitano di follow-up strettissimo con visite podologiche a cadenza mensile e l’utilizzo di calzature protettive munite di inserto plantare su misura, da utilizzare sia fuori casa che in casa.
Il trattamento del piede diabetico richiede una valutazione multidisciplinare da parte di un team di esperti, dal diabetologo al podologo, dal tecnico ortopedico al chirurgo.
Appena insorgono dei sintomi, occorre rivolgersi al medico annotando tutte le eventuali alterazioni osservate.
È ormai riconosciuto come in tutte le fasi del percorso terapeutico di trattamento del piede diabetico, esistano presidi specifici che permettono di ottimizzare l’efficacia delle cure e di agire terapeuticamente in modo significante, la prescrizione delle scarpe è parte fondamentale di questo percorso.
È stato evidenziato infatti in diversi studi clinici come l’adozione di calzature con determinate caratteristiche sia in grado di ridurre il tasso di recidiva in modo importante.
Calzature per Piede Diabetico
Trattiamo i prodotti delle due aziende italiane certificate PODARTIS e MOLLITER, le più importanti del settore della prevenzione diabetica.
Assieme alla consulenza del nostro personale siamo in grado di consigliare e fornire la calzatura più adeguata.
Calzature chiuse o aperte, basse o a scarponcino, suole e calzate strette e larghe, certificate per prevenzione primaria (CLASSE DI RISCHIO 0 e 1 e 2) e secondaria (CLASSE DI RISCHIO 3), suola rigida o semirigida, biomeccanica. Modelleria classica o sportiva.
Tutori di scarico per la fase acuta.
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- Calzatura biomeccanica Podartis
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Dispositivi Medici e con iva agevolata con i requisiti.
Piede Reumatico
Anche il piede soffre di reumatismi tipici dell’età avanzata. Questo disturbo è causato da un processo degenerativo che colpisce inizialmente le cartilagini, per poi modificare la struttura stessa delle ossa. Si aggiunge a questo l’assottigliamento dell’adipe sotto la pianta, che quindi si ritrova a non ammortizzare bene la camminata e il peso del corpo. Anche se si tratta di un disturbo di natura degenerativa, è possibile prevenirne gli effetti utilizzando calzature che consentono al piede di muoversi liberamente e di camminare mantenendo una posizione il più possibile naturale. I soggetti più colpiti dall’artrosi sono gli anziani ma l’incidenza familiare e i traumi possono favorire la comparsa.
Il trattamento ortesico ideale per un paziente che soffre di reumatismi al piede consiste nell’utilizzo simultaneo di una calzatura terapeutica e di un plantare. La migliore calzatura terapeutica per il piede reumatico dovrà avere sia una tomaia automodellante, che una suola biomeccanica tale da favorire il movimento del piede e distribuire al meglio tutte le superfici del piede durante la fase del passo.
Il plantare dovrà essere costruito nella condizione a “contatto totale” così da rispettare completamente il piede sia nelle sue deformità che nel suo distribuire il carico. Le due tecniche più adatte sono PLANTARI SU CALCO o PLANTARI CON SCANSIONE 3D.
Calzature per piede Reumatico
- Deambulo Podartis
- Sandalo Podartis
- Ciabatte Podartis
- Activity Podartis